Era da tempo che sentivo parlare di un disco solista del batterista di Starfuckers e Sinistri, tanto che mi attendevo un'uscita in pompa magna. E invece "Contraddizioni" esce come semplice cidierrino confezionato alla maniera dei prodotti più underground.
L'ascolto ci delucida sui perché.
Quello del Bertacchini è infatti un cantautorato sconvolto che richiama alla memoria quello di Francesco Currà. E furono proprio dischi come quello del Currà che alla fine degli anni ‘70 fecero naufragare nella miseria lo storico marchio Ultima Spiaggia.
Quelle di “Contraddizioni” sono piccole provocazioni che il batterista, più che cantare, recita, urla o declama seguendo una sequela tutta sua di allucinati stati d'animo. Gli strumenti utilizzati, batteria percussioni chitarra basso melodica nastri, non sono tanto utensili al servizio di concetti ritmici e melodici, quanto una serie di oggetti assemblati e percossi allo scopo di creare rumori che accompagnano i movimenti deliranti della voce.
Ma alla fine ti accorgi che c’è più sostanza musicale in questi 20 minuti che in intero festival della canzone italiana. Grande Bertacchini, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo… che iddio gliene renda merito.
E che renda merito anche a Xabier Iriondo che, con una smisurata dose di coraggio, produce e distribuisce il dischetto.
Propprio al culo di “Contraddizioni” esce anche il nuovo disco del duo Iriondo / Bertacchini. Il supporto, un vinile a 7 pollici che va a 33 giri e contiene 4 canzoni, fa pensare agli EP degli anni '60, mentre la copertina richiama certe confezioni dei '70, tra space rock, progressive e glam. Quelle cose tipo Peter Hammill o Robert Calvert. Il terzo disco dei due non m'aveva pienamente convinto, avevo trovato che i brani erano strutturalmente troppo squadrati. Qui prosegue il recupero del rock, già iniziato dal duo in “KC”, ma sembra ci sia un occhio puntato anche verso la tradizione di famiglia, quella degli Starfukers di "Brodo di Cagne" ad esempio, in strutture che vacillano fra rabbia punk, minimalismo noise e strutture più informali, e comunque più libere.
Un'altra pagina da aggiungere alla lista degli imperdibili. (Etero Genio)
22 febbraio 2012
14 febbraio 2012
recensione "CONTRADDIZIONI" su SODAPOP
Roberto Bertacchini è purtroppo uno dei segreti meglio celati della musica di casa nostra. Se negli anni '70 un personaggio di tale caratura avrebbe avuto diritto almeno a una piccola ribalta, a fianco dei Mauro Pelosi e Juri Camisasca, oggi deve accontentarsi di un ruolo di ultranicchia nell’asfittica scena musicale della penisola. È un peccato per lui, ma soprattutto per tutti quelli che ben difficilmente avranno modo di ascoltarlo.
Già impegnato dietro ai tamburi con Starfuckers e Sinistri e più di recente in duo con Xabier Iriondo (che qui registra e produce) a nome Shipwreck Bag Show, proprio dal free-garage delirante di quest'ultimi parte per realizzare questo suo esordio solista, 20 minuti contenuti in un CD-R 3" con copertina in pelle e tessuto. La ricetta è semplice: un ritmo, molto spesso disarticolato, sopra dell’elettronica sporchissima e maleducata, una chitarra o delle tastiere e a sovrastare tutto la voce, che intona melodie improbabili. In un contesto così scarno risaltano particolarmente i testi, accreditando Bertacchini come uno dei migliori autori, almeno in ambito rock: nella prima parte del disco lo stile musicale, che si stacca lentamente dai canoni degli Shipwreck, accompagna testi infantili, per tema o struttura; poi le soffici atmosfere orientaleggianti di 1986 sfociano nell’amara presa di coscienza di Vivere, i CCCP rivisti e corretti con voce e basso, che a sua volta porta alla riscoperta della vena socio-poetica con la narrativa Sterminatore Sociale e il punk pasoliniano di A Favore Della Borghesia. Gli oltre cinque minuti di delirio isolazionista che va sotto il nome di Prepara Futuro Oscuro chiudono un dischetto tanto breve quanto intenso, una perla che meriterebbe di essere esposta alla vista (e all'ascolto) di tutti. (Emiliano Zanotti)
Iscriviti a:
Post (Atom)